Affittare la prima casa può essere una scelta strategica per chi desidera generare un reddito extra o sfruttare un immobile non utilizzato.
Tuttavia, ci sono alcune implicazioni fiscali e normative da considerare per evitare sorprese, soprattutto per non perdere le relative agevolazioni.
In questa guida, esploreremo tutto quello che c’è da sapere per affittare la prima casa in modo consapevole.
Definizione di prima casa
Partiamo con una definizione: la prima casa è l‘abitazione principale di una persona o di un nucleo familiare, destinata a essere la residenza stabile e continuativa.
Dal punto di vista fiscale, l’acquisto della prima casa è agevolato da benefici come una riduzione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, a patto che l’immobile rispetti determinati requisiti, come trovarsi nel comune di residenza dell’acquirente o di futura residenza entro un termine stabilito.
Inoltre, chi acquista una prima casa non deve possedere altri immobili ad uso abitativo nello stesso comune o, in generale, altre abitazioni acquistate con agevolazioni simili.
Quando si può mettere in affitto?
La prima casa può essere messa in affitto anche se acquistata usufruendo delle agevolazioni fiscali, purché l’immobile continui a rispettare i requisiti stabiliti dalla Legge.
Ad esempio, l’immobile deve rimanere di proprietà del contribuente per almeno cinque anni dall’acquisto, altrimenti si perdono i benefici fiscali ottenuti, salvo che venga acquistata una nuova abitazione principale entro un anno dalla vendita.
Inoltre, è importante sapere che affittare la prima casa non compromette l’agevolazione se il proprietario mantiene la residenza nel comune in cui si trova l’immobile.
Chi affitta la prima casa deve pagare l’IMU?
In generale, la prima casa è esente dall’IMU se utilizzata come abitazione principale.
Tuttavia, se viene affittata, perde tale esenzione e l’IMU diventa dovuta. L’aliquota e le eventuali detrazioni variano in base al comune di ubicazione dell’immobile.
È quindi consigliabile verificare con l’ufficio tributi del proprio comune per conoscere l’importo esatto.
Quanto pago di tasse se affitto la prima casa?
Le tasse da pagare dipendono dal tipo di contratto di affitto scelto e dal regime fiscale adottato. Ecco le principali opzioni:
- Cedolare secca: consente di pagare un’imposta sostitutiva pari al 21% del canone annuo (ridotta al 10% per contratti a canone concordato in alcuni comuni). In questo caso, si evita il pagamento dell’IRPEF e delle relative addizionali.
- Regime ordinario: il reddito derivante dall’affitto viene sommato agli altri redditi e tassato secondo le aliquote IRPEF.
Scegliere il regime più conveniente dipende dalla propria situazione fiscale complessiva.
Come affittare una prima casa con residenza?
Affittare una prima casa è possibile mantenendo la residenza in alcuni casi, ma richiede attenzione. In caso di affitto parziale, come una stanza, si possono conservare le agevolazioni fiscali sulla parte non locata, purché residenza e domicilio restino nell’immobile.
Se invece si affitta l’intera abitazione, è necessario trasferire la residenza in un altro immobile dello stesso comune per mantenere il bonus prima casa.
In questo caso, però, l’immobile non sarà più considerato abitazione principale e sarà soggetto al pagamento di IMU e TASI.
È essenziale registrare il contratto correttamente e rispettare i requisiti fiscali per evitare irregolarità.
In conclusione
Affittare la prima casa può essere un’opportunità interessante, ma richiede una pianificazione attenta per gestire al meglio gli obblighi fiscali e amministrativi.
Valutare le opzioni contrattuali e comprendere il regime fiscale più vantaggioso sono aspetti fondamentali per evitare problemi e scegliere le condizioni più convenienti.