Quando si parla di case all’asta, il certificato energetico (o Attestato di Prestazione Energetica, noto come APE) è uno dei vari documenti necessari a cui prestare attenzione.
Chi deve occuparsi di pagarlo in questo contesto? Questa domanda interessa sia chi acquista un immobile all’asta sia chi vede la propria casa coinvolta in una procedura esecutiva. Vediamo insieme come funziona la normativa e quali sono le casistiche principali.
- Che Cos’è il Certificato Energetico (APE)?
- Quando non è obbligatoria la certificazione energetica?
- Quali sono gli immobili esenti da certificazione energetica?
- Casa all’asta e certificato energetico: che cosa succede?
- A chi spetta il pagamento l’APE?
- Quanto costa il certificato energetico?
- In conclusione
Che Cos’è il Certificato Energetico (APE)?
Il certificato energetico è un documento obbligatorio che indica le prestazioni energetiche di un immobile. Assegna una classe energetica (da A4, la più efficiente, a G, la meno efficiente) e fornisce informazioni utili per valutare i consumi energetici e l’impatto ambientale della casa.
Nel caso delle vendite ordinarie, il venditore è obbligato per legge a fornire l’APE al momento della cessione dell’immobile.
Ma cosa accade quando l’immobile è messo all’asta?
Quando non è obbligatoria la certificazione energetica?
Va specificato inoltre che la certificazione energetica, o Attestato di Prestazione Energetica (APE), non è obbligatoria in alcune specifiche situazioni. Ad esempio, non è necessaria per edifici isolati con una superficie utile totale inferiore a 50 mq, per immobili dichiarati inagibili o destinati a essere demoliti, e per fabbricati privi di impianti di riscaldamento, climatizzazione o produzione di acqua calda sanitaria. Inoltre, l’APE non è richiesto per box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano e strutture temporanee utilizzate per meno di due anni.
Quali sono gli immobili esenti da certificazione energetica?
Non tutti gli immobili sono soggetti all’obbligo di certificazione energetica. Come abbiamo visto alcune categorie, infatti, sono esenti. Tra queste troviamo:
- Strutture agricole, artigianali, industriali e non residenziali, purché dispongano di locali climatizzati esclusivamente per esigenze legate al processo produttivo.
- Immobili riconosciuti come beni paesaggistici o culturali, per i quali le caratteristiche storiche o artistiche non permettono interventi di efficientamento energetico.
- Costruzioni che, secondo il piano urbanistico, richiedono interventi di risanamento per essere rese abitabili o funzionali.
- Edifici che necessitano di lavori di restauro e sono dichiarati di valore artistico o storico.
- Immobili isolati con una superficie utile pari o inferiore a 50 metri quadrati, che non rientrano nelle categorie obbligate.
- Strutture contenenti impianti di produzione interni, utilizzati per attività specifiche.
Queste eccezioni derivano da normative che tengono conto delle caratteristiche particolari o delle finalità d’uso di tali edifici.
Casa all’asta e certificato energetico: che cosa succede?
Nel contesto delle aste immobiliari, la situazione può essere più complessa rispetto a una vendita tradizionale. La normativa italiana stabilisce che l’APE deve essere incluso nella documentazione relativa all’immobile. Tuttavia, in molte aste giudiziarie, questo documento potrebbe mancare.
Ciò accade perché il debitore esecutato (il proprietario dell’immobile prima dell’asta) potrebbe non avere i mezzi economici per sostenere il costo della certificazione o, in alcuni casi, potrebbe non collaborare.
A chi spetta il pagamento l’APE?
La questione su chi deve sostenere la spesa per il certificato energetico dipende da diversi fattori:
Se L’APE è già disponibile
Se il certificato è stato già redatto e inserito nella documentazione della procedura, il costo è stato generalmente sostenuto dal debitore esecutato o incluso tra le spese della procedura esecutiva. In questo caso, l’acquirente non deve preoccuparsi.
Se L’APE manca
Se il certificato non è disponibile, l’acquirente potrebbe essere costretto a farsene carico dopo aver acquistato l’immobile, soprattutto se intende rivendere o affittare la casa. La normativa prevede infatti che l’APE sia obbligatorio per questi scopi, e quindi è una spesa inevitabile.
Responsabilità del Tribunale
In alcuni casi, il Tribunale potrebbe incaricare un tecnico di redigere il certificato prima della vendita. In questo caso, le spese potrebbero essere coperte dalla procedura stessa, ma questo non è sempre garantito.
Quanto costa il certificato energetico?
Il costo per redigere un APE in genere si aggira tra i 150 e i 300 euro. Per un acquirente che ha acquistato una casa all’asta a un prezzo conveniente, questa spesa può essere considerata marginale, ma è comunque un elemento da tenere in considerazione. Ecco alcuni consigli per l’acquirente:
- Verifica la documentazione: prima di partecipare a un’asta, controlla sempre se l’APE è incluso tra i documenti dell’immobile. Questo ti permetterà di capire se dovrai affrontare ulteriori costi dopo l’acquisto.
- Chiedi al delegato alla vendita: il professionista incaricato della vendita può fornirti informazioni utili sulla presenza o meno del certificato.
- Considera il costo nel tuo budget: se l’APE non è disponibile, calcola questa spesa nel tuo budget complessivo per evitare sorprese.
In conclusione
In definitiva, chi paga il certificato energetico di una casa all’asta dipende dalla situazione specifica. Spesso il costo ricade sulla procedura o sull’acquirente, ma è importante verificare la documentazione per evitare dubbi. Essere informati su questo aspetto ti aiuterà a partecipare all’asta con maggiore consapevolezza, evitando costi imprevisti e garantendo una gestione ottimale del tuo nuovo immobile.
Se hai intenzione di partecipare a un’asta, tieni sempre a mente che ogni dettaglio può fare la differenza!