Questi giorni il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il Decreto Legislativo di recepimento della Direttiva UE 2167/2021, nota come NPL Secondary Market Directive. La direttiva in questione era stata emanata Parlamento europeo e dal Consiglio il 24 novembre 2021 in merito alla gestione e l’acquisto di crediti deteriorati (NPL).
In questo articolo vediamo più da vicino cosa comporta questa normativa nel settore, i dettagli e le implicazioni.
- Che cosa prevede la direttiva e quali sono gli obiettivi
- Per quanto riguarda i crediti?
- Il punto principale: la liberalizzazione dei crediti deteriorati
- Quale sarà il ruolo della Banca d’Italia?
- Cosa prevede per la tutela dei debitori
- Quale sarà l’impatto sul mercato dei crediti deteriorati?
- Nuove opportunità per un mercato più trasparente
Che cosa prevede la direttiva e quali sono gli obiettivi
L’obiettivo che si pone questa direttiva è quello di liberalizzare il mercato dei crediti deteriorati, permettendo agli enti creditizi di venderli ad acquirenti di crediti o credit purchasers, che possono essere sia persone fisiche che giuridiche che operano professionalmente in questo settore.
Il decreto introduce inoltre un sistema di autorizzazione e sorveglianza per i gestori di crediti e definisce le relazioni tra acquirenti, gestori e fornitori di servizi di gestione. Inoltre, viene creato un nuovo registro di sorveglianza per garantire la protezione dei debitori ceduti, con specifici obblighi informativi e norme di comportamento.
Inoltre, la direttiva rafforza le tutele nel mercato dei crediti e per i debitori ceduti, stabilendo un regime minimo di autorizzazione e supervisione per i gestori di crediti o credit servicers e regola le relazioni tra acquirenti, gestori di crediti e, se necessario, fornitori di servizi di gestione.
Infine, introduce una normativa specifica per proteggere i debitori, che include obblighi informativi, norme di condotta, la creazione di un nuovo registro di vigilanza e la gestione dei reclami. Vediamo più nel dettaglio questi diversi aspetti.
Per quanto riguarda i crediti?
La direttiva SMD stabilisce che i gestori di crediti devono essere autorizzati e sottoposti a controlli, seguendo specifiche regole di comportamento. Inoltre, devono avere una solida reputazione e dimostrare competenze in ambito bancario, contabile, manageriale, legale e di gestione del rischio. Anche i soci con partecipazioni significative nei gestori devono possedere una buona reputazione.
I gestori devono adottare sistemi di governance aziendale e controlli interni per proteggere i diritti dei debitori e dei creditori, garantire la protezione dei dati personali, gestire i reclami, prevenire il riciclaggio di denaro e attuare politiche adeguate per il trattamento dei debitori. Il Governo può richiedere che il gestore si occupi degli obblighi legati alla Centrale Rischi per conto dell’acquirente.
Le banche, le società di gestione del risparmio (SGR) e gli intermediari di credito al consumo sono esentati da queste disposizioni e possono acquistare e gestire crediti deteriorati autonomamente senza ricorrere a un gestore esterno.
Il punto principale: la liberalizzazione dei crediti deteriorati
Uno degli aspetti principali della direttiva riguarda sicuramente la liberalizzazione dell’acquisto di crediti in sofferenza, eliminando le restrizioni precedentemente esistenti e permettendo l’ingresso di nuovi partecipanti sia a livello nazionale che internazionale.
Tuttavia, la gestione di questi crediti sarà riservata a operatori specializzati, che saranno autorizzati e vigilati dalla Banca d’Italia. Questo approccio mira a incrementare la competizione e ad attrarre nuovi soggetti nel mercato.
Quale sarà il ruolo della Banca d’Italia?
La Banca d’Italia svolgerà un ruolo chiave nella supervisione e nell’implementazione delle norme tecniche previste dal decreto legislativo. Quest’ultima sarà incaricata di autorizzare i gestori dei crediti in sofferenza e di emettere i regolamenti necessari. Con autonomia finanziaria ai sensi degli articoli 131 e 282 del TFUE, la Banca d’Italia impiegherà le proprie risorse per adempiere a tali compiti istituzionali.
Cosa prevede per la tutela dei debitori
Il decreto introduce misure dettagliate per tutelare i debitori ceduti, imponendo agli acquirenti e ai gestori di crediti specifici obblighi informativi e determinati standard di comportamento. L’intento è anche quello di uniformare il mercato unico europeo, stabilendo regole comuni che facilitino un’operatività coerente in tutta l’Unione Europea. Nonostante quanto appena detto, è importante che le norme possano essere adattate alle peculiarità di ciascun Stato membro con una certa elasticità.
Inoltre, il Titolo VIII del Testo Unico Bancario (TUB) viene ampliato per comprendere i gestori di crediti deteriorati. Le eventuali sanzioni per infrazioni saranno destinate al bilancio statale, rafforzando la regolamentazione e la trasparenza del settore.
Quale sarà l’impatto sul mercato dei crediti deteriorati?
Questo decreto appena entrato in vigore rappresenta un cambiamento significativo per il mercato dei crediti deteriorati in Italia, ma non solo. Il decreto stabilisce che gli acquirenti di crediti deteriorati possano acquistarli anche se non hanno sede legale o residenza in Italia, a condizione che, se sono fuori dall’Unione Europea, designino un rappresentante residente in uno Stato Membro dell’UE. Inoltre, i gestori di crediti con sede in un paese dell’UE possono operare in un altro Stato Membro senza aprire succursali, previa notifica all’autorità di vigilanza locale. I gestori italiani potranno operare anche al di fuori dell’UE, previa autorizzazione della Banca d’Italia.
Nuove opportunità per un mercato più trasparente
La possibilità di acquistare questi crediti, insieme a normative più rigorose sulla loro gestione, potrebbe rappresentare un grande punto di svolta per il settore.
La liberalizzazione permetterà l’ingresso di nuovi investitori, sia locali che esteri, aumentando la competitività e le opportunità di investimento. Questo si potrebbe tradurre in nuovi stimoli per migliorare l’efficienza del mercato, offrendo agli investitori nuove strade per diversificare i propri portafogli.
Allo stesso tempo, le nuove regolazioni garantiranno standard elevati di trasparenza e condotta, con misure specifiche per proteggere i debitori. Un equilibrio tra apertura e controllo che contribuirà, almeno sulla carta, ad un mercato più corretto e affidabile.
Nei prossimi mesi, sarà interessante osservare come queste modifiche influenzeranno concretamente il panorama degli NPL in Italia. Quali nuovi attori emergeranno nel mercato? E quali impatti positivi potrebbero derivare per l’economia complessiva? La risposta a queste domande offrirà preziose indicazioni sul futuro del settore e sui benefici a lungo termine per il sistema economico.