Può succedere che un debitore si trovi nell’impossibilità di rimborsare ogni mese le rate del prestito ricevute, ad esempio a causa della perdita del lavoro. Si comincia a saltare una, due, tre rate, e la banca scrive al cliente per esortarlo a versare quanto dovuto.
Cosa succede quando non si rimborsa un debito
Se il ritardo riguarda un piccolo importo, oppure il pagamento di un paio di rate, la banca o la finanziaria lo segnala alle Società di informazione creditizia, società private che registrano informazioni sui pagamenti in corso.
Le Sic forniscono informazioni agli istituti di credito sulla solvibilità del debitore. Una segnalazione non costituisce inizialmente un grosso problema nei rapporti con le banche: nonostante ciò, infatti, il debitore continua a essere inteso come affidabile.
Se l’importo del pagamento in ritardo è maggiore o coinvolge più rate, l’Istituto di credito segnala il nominativo del debitore alla Centrale rischi della Banca d’Italia: una lista che raccoglie tutti coloro ritenuti inaffidabili (debitori ritenuti in stato di insolvenza).
L’iscrizione alla Centrale dei rischi comporta una serie di conseguenze negative:
- il debitore non può accedere a nuovi finanziamenti e aprire nuove carte di credito
- il debitore non può emettere assegni
La segnalazione nella Centrale dei rischi può avvenire solo in presenza di un grave inadempimento, che lasci intendere uno stato d’insolvenza del debitore.
In caso contrario, come ultima misura, può chiedere al Tribunale un atto di espropriazione del bene immobile posto a garanzia del prestito.
In questo modo può mettere in vendita all’asta il bene allo scopo di recuperare almeno in parte l’importo del prestito erogato. Tuttavia difficilmente la vendita di casa all’asta chiude completamente la posizione debitoria. Se una parte del debito rimane inevaso il creditore ha il diritto di aggredire il patrimonio e le fonti di reddito del debitore per trovare appagamento alle proprie pretese. Il debitore quindi non potrà risollevarsi e richiedere successivi finanziamenti. Il suo incubo quindi è destinato a perdurare!
Per fortuna esiste una soluzione molto vantaggiosa sia per il creditore che per il debitore, che salva la casa di quest’ultimo dalla vendita all’asta. Il saldo e stralcio!
Saldo e stralcio: perché conviene?
Il saldo e stralcio consiste nel pagamento di una somma di denaro inferiore (-30/60%) a quella dovuta originariamente. Il creditore, anziché attivare la procedura di vendita all’asta, che richiede tempi anche molto lunghi e non offre garanzie sull’esito economico, può accettare di ricevere un pagamento inferiore al valore nominale, ma di importo sicuro e in un’unica soluzione.
Una volta saldato il debito, anche se in parte, avviene la cancellazione dalla “lista nera” dei cattivi pagatori.
L’accordo del saldo e stralcio è composto da:
- il pagamento di una somma inferiore (in certi casi anche del 40-70%) rispetto al debito di partenza
- la consegna del creditore al debitore di una dichiarazione nella quale accetta il pagamento a stralcio dell’importo inferiore e rinuncia a portare avanti nuove pretese basate sul titolo di partenza
- la vendita dell’immobile a un compratore interessato, evitando che finisca per essere venduto all’asta. In questo modo il compratore ottiene una casa a un prezzo vantaggioso e il debitore entra in possesso di una somma più consistente, sacrificando la propria abitazione in cambio della certezza di estinguere il debito (che la vendita all’asta non garantisce).
Tuttavia il saldo e stralcio non è un diritto che spetta al debitore, quanto un accordo che le due parti decidono o meno di attuare sulla base della rispettiva convenienza a farlo.
La banca ovviamente valuta le possibilità che ha di ottenere un guadagno soddisfacente dalla vendita dalla casa all’asta. Tuttavia in genere i prezzi di vendita scendono anche del 40% rispetto al valore di mercato. Inoltre, ogni volta che l’immobile rimane invenduto e viene rimesso in vendita a una successiva sessione d’asta, il prezzo di vendita viene ridotto del 25% sul valore di partenza per trovare ulteriori compratori interessati.
Una volta avvenuto il pagamento, l’Istituto di credito lo comunica alle banche dati elencate in precedenza, al fine di cancellare la posizione del debitore.
Nel caso degli elenchi delle Società di Intermediazione Creditizia, la cancellazione avverrà dopo 36 mesi dal pagamento.
Nel caso della Centrale rischi, la cancellazione avviene in concomitanza della comunicazione dall’Istituto di credito. Il nominativo del debitore rimarrà visibile a banche e finanziarie per 3 anni, ma essendo del tutto riabilitato, potrà richiedere nuovi finanziamenti.
Saldo e stralcio: quando non si può utilizzare
Normalmente non si può stralciare un debito con lo Stato. In alcuni casi è lo Stato a decidere che a determinate condizioni un contribuente possa saldare “a stralcio” il proprio debito. Nell’ambito del Decreto Sostegni sono stati fissati nuovi termini entro i quali effettuare il pagamento delle rate 2020 non ancora versate e di quelle dovute per il 2021.